Questo 8 marzo lo voglio dedicare ad una donna speciale: Paola Giosuè, osteopata, fisioterapista, docente, tutor, amica ma soprattutto è “la dottoressa di Daniele”, si perché noi in casa la chiamiamo così. Daniele ha mille equilibri e per ogni volta che questo manca arriva tutta la mia ansia contornata da paura e quel senso di inadeguatezza attanagliante fino a far mancare l’aria, fino a sentire la sua voce, lei che riesce a capire lo stato di crisi e calmarlo, sedando prima me e descrivendo alla perfezione il perché di quella sua ennesima crisi in modo da poterlo aiutare al meglio. Paola ci conosce nell’intimo, credo sia l’unica persona a sentire chi io sia realmente, l’unica persona ad avermi vista “nuda” da tutte le maschere che indosso nella vita.
Poi arriva il giorno in cui mi confessa di aver iniziato a scrivere un libro, un giorno che ricordo perfetto, conosco bene la vulnerabilità che si prova ad esporsi, soprattutto nel parlare di disabilità e soprattutto quando la disabilità non riguarda te ma chi ami. Amare in un certo senso ci porta a proteggere ed è un paradosso se pensiamo che stiamo esponendo al prossimo questo nostro tesoro, ma per assurdo è l’unica forma di amore che possiamo, raccontare e presentare la diversità per portare le persone ad accettarla così, l’autismo non è una malattia, non bisogna lottare contro di lui come fosse un mostro, l’autismo è tanto di quello che non sappiamo ma che Paola riesce a dire in tantissime pagine, in maniera dettagliata e perfetta come un quadro sembra dipingere la diversità, se chiudo gli occhi vedo le sue parole prendere la forma di un paesaggio spagnolo picassiano con ricche forme geometriche che rispecchiano bagliore, pace e nostalgia quello che in fondo prova un genitore di un figlio autistico, quello che provo io.
In questo libro verrete sfamati dalla conoscenza e dire che grazie non rende la sua preziosità.
“Autistico a chi? – A chi è come noi, unico e irripetibile” Paola Giosuè.
#autisticoachi
Grazie amica mia.
