Ero stanca di subire senza reagire

Ero stanca di subire continue violenze per questo ho deciso di denunciare.

Correva l’anno 2010 e Dio solo sa quanta paura avevo di quello che stava per capitare, non mi ero mai chiesta se ne fossi stata in grado perché fino a quel momento non sapevo nemmeno se ne fossi stata capace.

Tutto mi faceva sentire fuoriposto, inadeguata, come persa anche dal mio essere donna; d’altronde la probabilità di avere un figlio era un misero 30% con due aborti strazianti, un peso di 110 kg, il diabete gestazionale e le punture di eparina a 37 settimane nasce lui: Daniele. Contro ogni aspettativa, che poi contro ogni aspettativa potrebbe essere il suo secondo nome perché nonostante l’autismo e una sedia a rotelle, contro ogni aspettativa Daniele ha quasi 12 anni, frequenta la prima media, studia ogni giorno, ha molti amici, parla, scherza e fa battute ironiche, contro ogni aspettativa sono arrivati altri due figli che adoriamo ma solo Daniele è in grado ogni giorno di donarmi un motivo per non mollare, per lottare, per trovare sempre e comunque una via d’uscita a costo di buttare giù muri enormi.

E di muri ne abbiamo incontrati a milioni in questi anni! Abbiamo subito violenze psicologiche continue: dal vedermi occupare giornalmente il posto disabili fuori scuola quando andava alla primaria, al sentirmi dire che quella scuola non era per lui, dal vederlo escluso alla sua prima gita alla materna al sentirmi dire “dai almeno hai un altro figlio” e la 104 questa maledetta legge che ti fa essere un privilegiato genitore di figlio disabile, un lavoratore con corsia preferenziale che non dorme la notte e non pensa al futuro.

Il futuro fa paura più del buio pesto.

Ero stanca, esausta, dovevo fare qualcosa per la sua dignità e per quella della mia famiglia, così ho deciso di rendere tutto pubblico, una denuncia che poi è diventato un libro, un libro che ha dato vita a un pubblico assetato di storie, storie che sono poi diventate lame, a volte carezze altre volte in attesa di lieto fine; ecco ho iniziato così a scrivere, volevo far capire al mondo che la diversità non va normalizzata, che l’autismo non lo dobbiamo sconfiggere, che ognuno di noi è unico ed è questo a renderci speciali.

Così esce anche il mio ultimo libro “la normalità è sopravvalutata” in cui racconto l’arrivo del terzo figlio, il rapporto tra fratelli quando c’è una disabilità che pesa agli occhi della gente, la solitudine che spesso ci avvolge dal non essere compresi come genitori ma solo additati per non aver generato un figlio perfetto ma semplicemente unico, libero e felice.

Mi chiamo Katiuscia Girolametti ho quasi 38 anni sono una scrittrice romana con tre figli, nella vita mi occupo di merchandising e collaboro con diverse aziende internazionali, sono una persona irrazionale, una mamma sognatrice, leale e determinata.

Credo in Dio ma soprattutto nella mia famiglia che non cambierei per nulla al mondo. Volete sapere di più? Non vi resta che leggere “la normalità è sopravvalutata” edito dalla Kimerik.

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Pubblicato da Katiuscia Girolametti e le avventure della Morato's family

Trismamma🤸🤼guaritrice di bue 🩹 paladina della giustizia🏳️‍🌈 raccoglitrice di panni a terra👖🧣ogni tanto scrivo libri📖 e racconto la mia assurda realtà. Per portare la pagnotta 🥖 a casa 🏡 collaboro come brand ambassador e visual merchandiser per grandi aziende internazionali... Ma questa è una storia noiosa.

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