Il Rainbow non è poi così Magicland

Una domenica diversa, una Pasqua diversa, la voglia di evasione come tanti piccoli orsetti che escono dalla tana per respirare la primavera. Tutto è iniziato con uno scambio di ma tu lavori? E tu? Così partita subito l’organizzazione di una giornata che doveva essere esplosiva. Alle 20 finisco di lavorare alle 21 ero già online per prenotare i biglietti, inizia un approssimativo scambio di mail per capire il tipo di accessibilità ma ahimè l’unica risposta che ricevo è ché certo, la persona disabile non paga e ovviamente (poi capirete perché) l’accompagnatore non paga, ma per i biglietti dobbiamo sbrigarcela al point prima dell’ingresso al parco con tutta la documentazione.
<span;>Perfetto acquisto i biglietti rimanenti, mattina di Pasqua in viaggio… Arrivati al parco sono 7 euro di parcheggio ma quando faccio presente che sul cruscotto in bella vista c’è il tagliando disabili, si scusa – una svista, mi perdoni – ci mancherebbe e non paghiamo, posti disabili fronte parco occupati da auto senza tagliando che ci costringe a mettere la nostra auto ben distante.
<span;>Brontolo ma non voglio rovinare la giornata a nessuno con sterili lamentele sull’incivilta’ e inizio a pregare silenziosamente che all’interno del parco ci sia più attenzione.
<span;>Scendiamo in fretta e felici, volenterosi di fare ogni attrazione, impavidi come un tir in autostrada marciamo verso l’ingresso, mi dirigo al point e inizio a tirare fuori la documentazione per l’addetta la quale mi spiega che loro suddividono le disabilità in 3 categorie (motorie, intellettive e sensoriali) assegnando bracciali di colore diverso che ci permettono di riconoscere quali giostre sono accessibili e quali no e un numero aggiunto a penna per capire il tipo di difficoltà. A Daniele tocca il bracciale giallio con il numero 2 (disabilità motoria che non deambula in maniera autonoma) mi dice che purtroppo non sono molte le giostre che potrà fare ma avendo il bracciale giallo non facciamo la fila così da poterle ripetere più volte.
<span;>Bene, non importa, stiamo tutti insieme ci divertiamo il parco è grandissimo, curato pulito, sculture gigantesche sporgono da sopra i ristoranti a tema: jungla, Far West, rapide, natura, cosmo; 38 attrazioni super affollate immerse nel puro divertimento…  Purtroppo però le giostre accessibili per Daniele sono 4 anzi 3 perché in una, nonostante ci fosse il bollino giallo con il numero 2 non hanno voluto che salisse, e il salta fila? Ecco il salta fila c’era ma gli addetti erano molto scocciati perché dovevano aprire un cancello laterale far posare la sedia a rotelle che restava comunque in mezzo e per salire, ovviamente doveva pensarci l’accompagnatore (il papà) che per ogni giostra doveva tirarlo su, spostarlo e metterlo giù. Di fatto non è accessibile! Da nessuna parte si può entrate con la sedia a rotelle, per le tasche: idem! Avete presente il detto “si paga anche l’aria?” È questo il caso perché dopo aver combattuto nei galeoni ci siamo inzuppati e per asciugarci abbiamo pagato 2€, i bicchieri di plastica? 1€, una bottiglia d’acqua piccola? 2€, vuoi fare la pesca a premi per provare a vincere qualcosa? 2€, truccabimbi, tatuaggi temporanei, gadget, maglie, berretti e giochi vari? Prezzi veramente esagerati!! Ci siamo comunque divertiti tantissimo, gli occhi hanno goduto di questa visione straordinaria di paesaggi fuori dall’ordinario, un posto multisensoriale dove tutto urla stupore e meraviglia ma non ci torneremo.

Voto personale? BOCCIATO.

 

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Pubblicato da Katiuscia Girolametti e le avventure della Morato's family

Trismamma🤸🤼guaritrice di bue 🩹 paladina della giustizia🏳️‍🌈 raccoglitrice di panni a terra👖🧣ogni tanto scrivo libri📖 e racconto la mia assurda realtà. Per portare la pagnotta 🥖 a casa 🏡 collaboro come brand ambassador e visual merchandiser per grandi aziende internazionali... Ma questa è una storia noiosa.

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