Quante volte sei disposto a morire?

Quante volte si muore in una vita?

Quante volte sei disposto a farti uccidere o quante volte la stessa vita decide di farlo? Non sempre siamo artefici a volte è così, succede di essere vittime della vita stessa che decide cosa fare perché non sempre puoi, non sempre sei tu a scegliere.

A volte muori silenziosamente di notte mentre il mondo dorme e tu gestisci una crisi respiratoria senza essere medico, senza essere infermiere, senza essere Dio, sei solo il genitore di un bambino disabile che tra le tue braccia decide se vivere e morire e mentre lui vive, tu muori.

È successo stanotte ma non è la prima morte e chissà se sarà l’ultima.
Alle quattro di mattina contavo le preghiere, dopo il cortisone tre avemaria, tre avemaria durano poco più di un minuto, passato il minuto, misuravo l’ossigeno poi tre avemaria scaldavo il dito e misuravo l’ossigeno.

Dopo 35 avemaria il saturimetro era comunque un valore considerato nella fascia gialla, così mi aveva detto la guardia medica al telefono. Guardavo insistentemente Daniele con il suo fiato corto che voleva a tutti i costi dormire, la pancia usciva fuori dall’addome come formare un pallone pieno d’aria e poi si sgonfiava subito, accelerato affannava e mi cercava con le mani che subito mi trovavano attaccata a lui con le braccia intorno a quel corpicino che di notte sembra minuscolo e rimpicciolire ad ogni uscita d’aria con gli occhi lo guardavo, impaziente, aspettavo e pregavo fin quando l’ossigenazione è salita di un punto, quel punto che ti porta fuori pericolo, siamo il Monza della serie A passati i playoff ho esultato in silenzio e ringraziato Dio per la compagnia di quelle ore disperate senza fine.

Sono notti dove tutto si svolge senza svegliare nessuno, dove la paura della morte diventa meno alla paura di infastidire il prossimo per l’ennesima crisi, mentre Paola che credevo fosse nelle Marche invece era a Napoli ad un convegno passando la notte a monitorare i sintomi con me, alle 3 di mattina mi scrive “ce l’hai il cortisone?” mentre Cristian apriva la porta per rientrare a casa, con una mano spingeva la porta e con l’altra apriva il salvavita.

Sono queste notti in cui non dormi che ti rendi conto dell’inutilita’ di tante cose, senti il mondo con le sue paranoie scivolare giù dalle gambe e lo calpesti, lo schiacci fin quando diventa una nullità con tutti quei suoi piccoli problemi, piccole persone, egoismi giornalieri che circondano le giornate di aspro e amarezza, cose di cui puoi fare a meno sapendo che in quel preciso istante Daniele ha superato la notte, sta bene è fuori pericolo. Una crisi d’asma allergica, cose che possono succedere.

– Buon lavoro mamma!
Mi ha salutato così il medico stamattina, erano circa le sei.
Adesso però riposiamo un po che domani sarà il tuo dodicesimo compleanno e questa vita ti deve belle sorprese, per domani e sempre… ♡

Pubblicato da Katiuscia Girolametti e le avventure della Morato's family

Trismamma🤸🤼guaritrice di bue 🩹 paladina della giustizia🏳️‍🌈 raccoglitrice di panni a terra👖🧣ogni tanto scrivo libri📖 e racconto la mia assurda realtà. Per portare la pagnotta 🥖 a casa 🏡 collaboro come brand ambassador e visual merchandiser per grandi aziende internazionali... Ma questa è una storia noiosa.

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