Barriere architettoniche o barriere mentali?

Stasera devo assolutamente lavarmi i capelli, la testa, la rabbia; stasera ci siamo sentiti tutti in colpa, Manuel voleva dare 5 euro a Daniele per comprarsi la pizza, Cristian gli ha preso 2 litri di coca cola ed io ho solo pianto e urlato, urlato soprattutto che lui è deficiente, l’ho urlato anche alla receptionist che poverina, non c’entrava niente ma poteva benissimo riferire.
Tutto è iniziato a settembre con la voglia e la felicità di un corso specifico di nuoto per Daniele che cercavo da anni nei paesi limitrofi e finalmente era arrivato; compilo i moduli e attendo, passa una settimana chiamo e mi dicono di aspettare perché dovevano valutare il caso, passa una settimana e chiamo di nuovo e mi dicono di scegliere la struttura e attendere, passa una settimana dalla scelta e chiamo di nuovo e mi dicono che il direttore deve parlare con i soci perché la struttura ha qualche “barriera”; così andiamo a visionare la struttura che si presenta come un prestigioso club di signorotti dagli anta in su e di fatto barriere non ci sono, mangiamo la foglia, detto tra noi questi i disabili non li vogliono anche se è solo una sensazione non confermata, cambiamo struttura. Ci spostiamo di 10 kilometri e troviamo un’altra struttura ma di fatto non conoscono la terapia in acqua che cerchiamo ma… Ma un istruttore ci prende a cuore e vuole incontrarci, non lì ovvio ma in un’altra piscina ancora. Così passa un’altra settimana a Daniele inizia a sembrare una barzelletta questa cosa della piscina ma lo tranquillizzo dicendo che le cose belle hanno bisogno di più tempo, quindi come dicevo, passa un’altra settimana e incontriamo il tipo “capiscione” che ci parla male del metodo che cercavamo e si offre di fargli da istruttore privato una volta a settimana con il suo di metodo, abbastanza stanchi accettiamo anche se non può in quella piscina ma nell’altra. Vabbe dai adesso fare 10 o 20 km basta che fa sta cazzo di piscina! E lo avreste detto anche voi, dai.
Comunque oggi ci presentiamo puntuali, vado in spogliatoio con Daniele gli metto la muta che avevamo comprato durante le settimane passate ad aspettare, metto le sue ciabattine di topolino, la cuffia blu e sulla sedia a rotelle attende l’istruttore. Ogni tanto si girava a dirmi “eccolo eh… Arriva eh… Mamma eccolo” ma no! Non arrivava.
Dopo mezz’ora mi chiamano dalla reception dicendomi che hanno contattato l’istruttore e si era dimenticato di venire in piscina…
Quello che è successo dopo lo sapete già e ormai sono le 23 manco più i capelli mi lavo. Tantomeno il fallimento di non poter fare il genitore come tutti.

Pubblicato da Katiuscia Girolametti e le avventure della Morato's family

Trismamma🤸🤼guaritrice di bue 🩹 paladina della giustizia🏳️‍🌈 raccoglitrice di panni a terra👖🧣ogni tanto scrivo libri📖 e racconto la mia assurda realtà. Per portare la pagnotta 🥖 a casa 🏡 collaboro come brand ambassador e visual merchandiser per grandi aziende internazionali... Ma questa è una storia noiosa.

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