Non si può fare un’escursione sulla sedia a rotelle… O forse sì.

I limiti sono congetture mentali.

Oasi wwf Macchiagrande

23 agosto un caldo umido da restare appiccicati come mosche in una ragnatela, strade deserte e quella strana voglia di vivere un’estate tutta la vita. Nella mail di prenotazione ci avevano consigliato abiti lunghi, ovviamente comodi, scarpe chiuse, percorso all’ombra, ma soprattutto la garanzia di accessibilità per sedia a rotelle e passeggino. Scendiamo dall’auto come i pagliacci del circo, sembra che non finiamo mai! Passeggino, sedia a rotelle, zaini in spalla e indovinate chi deve fare pipì? Io… Dai poco male all’ingresso 2 bagni chimici di cui uno per disabili, è la prima volta che vedo un bagno chimico per disabili – quindi esistono – dico a Cristian e lui mi guarda come spesso mi guarda quando me ne esco con queste affermazioni che non si capisce se è stupore o sarcasmo.

Arriviamo intorno a mezzogiorno, temperatura di 30 gradi, punto ristoro chiuso, il viale di fronte a noi era completamente al sole, l’acqua nelle nostre borracce bollente… Ci sediamo sotto i primi tavoli del chiosco per cospargerci di crema solare e spray insetticida, subito dopo mi metto in fila per la biglietteria.
Una gentilissima addetta del wwf mi spiega i diversi sentieri in maniera dettagliata: il viale centrale taglia in due tutti i sentieri ad anello che sono all’interno della riserva (completamente all’ombra) uno di questi sentieri ospita la mostra dei dinosauri: fantastiche ricostruzioni su scala reale veramente ben fatti, ogni sentiero è percorribile senza difficoltà alcuna con sedia a rotelle e passeggino (certo se siete con sedia a rotelle vi consiglio di avere sempre qualcuno con voi perché potrebbe esserci qualche radice più insidiosa) al termine di questa prima parte c’è l’Oasi del wwf che costeggia il fiume Arrone, pagando un supplemento di 4€ (solo gli adulti) si può godere letteralmente di paesaggi mozzafiato.
Ma torniamo a noi! Pagati i biglietti salgo nuovamente sull’auto per prendere qualcosa da mangiare e bere, lì intorno non c’è granché una pizzeria abbastanza scrausa e piuttosto cara era la più vicina e insomma se potete portatevi un panino da casa che è meglio. Per Leo avevo portato brodo vegetale, omogeneizzato, crema di riso e in pochi secondi si è svuotato una scodellina di pappa senza nemmeno un lamento al contrario dei grandi che – la mia pizza ha meno prosciutto di quella di Daniele – la cotoletta fa schifo – passami la Coca-Cola non è solo tua – E sì anche i grandi si stavamo ambientando.
Finito di mangiare riempio una busta con tutte le carte da buttare ma non ci sono secchioni quindi torno in auto e lascio tutto lì dentro, pannolino pieno di cacca incluso.
Pronti? Un percorso multisensoriale a contatto con la natura, il suono delle foglie accarezzate dalla brezza costiera e un rumoreggiare in sottofondo della fauna presente, i polmoni respiravano come affamati di quell’ossigeno abbondante, l’aria verde, pulita, fresca; l’umidità appesantiva i
capelli lasciandoli cadere bagnati sui lati – Io il paradiso lo immagino così – Ho detto a Cristian – anche se spero di camminare un pò meno!


Abbiamo camminato per più di 4 ore osservando ogni minimo particolare, un luogo incontaminato, pulito a portata di tutti: dai zero a cento anni.
E i ragazzi? Si sono addormentati in macchina al ritorno, piedi, mani e viso completamente neri, sporchi lerci di terra; nei loro occhi chiusi c’era qualcosa di magico, come quando un cucciolo torna nel suo habitat naturale. Cuccioli di uomo.


5 stelle sono troppo… Troppo poche! Complimenti al wwf che lavora costantemente per mantenere puliti questi luoghi.

Pubblicato da Katiuscia Girolametti e le avventure della Morato's family

Trismamma🤸🤼guaritrice di bue 🩹 paladina della giustizia🏳️‍🌈 raccoglitrice di panni a terra👖🧣ogni tanto scrivo libri📖 e racconto la mia assurda realtà. Per portare la pagnotta 🥖 a casa 🏡 collaboro come brand ambassador e visual merchandiser per grandi aziende internazionali... Ma questa è una storia noiosa.

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